” FORME. Oltre la rappresentazione del reale ”. Esposizione al Museo Torre di Ligny prorogata fino al 16 agosto.

Foto di Lorenzo Gigante

Foto di Lorenzo Gigante

Inaugurata il 21 luglio al Museo Torre di Ligny di Trapani la mostra dal titolo” FORME. Oltre la rappresentazione del reale” continuerà  ad essere aperta fino al 16 agosto p.v.

La collettiva è stata organizzata dal gruppo SCATTO dell’Associazione i Colori della Vita in collaborazione con il Museo  Civico Torre di Ligny di Trapani diretto dalla Dott.ssa Ivana Inferrera. Scopo dell’evento è quello di raccogliere fondi (ricavati dalla vendita delle foto o da offerta libera) da destinare in beneficienza all’Associazione di volontariato il Sol.co – onlus di Valderice che si occupa di ragazzi diversamente abili.

La mostra sarà visitabile negli orari di apertura del Museo Torre di Ligny(Mattina  10.00-12.30, Pomeriggio 17.00-1930).

Di seguito proponiamo la visione del video girato nella serata dell’inaugurazione(21/7 u.s.), con l’intervento di Don Liborio Palmeri, direttore del Museo San Rocco di Trapani.

https://www.facebook.com/arturo.safina/videos/10210253794481888/

Ringraziamo Pippo Pappalardo, critico fotografico e storico della fotografia, che ha voluto scrivere questo documento sul particolare tema della Mostra Fotografica curata da Daniela Basiricò e Massimo Billeci, che hanno selezionato i lavori esposti di : Mauro Ancona, Predrag Bankovic, Daniela Basiricò, Luciano Bianco, Massimo Billeci, Alessandra Cavasino, Giuseppe Croce, Laura Crocè ,Vito Curatolo, Giovanni Cusenza, Clara Daidone, Giuseppe Di Giorgio, Fabio Di San Teodoro, Maria Luisa Faraci, Salvatore Incandela, Giovanni Battista Reali, Arturo Safina, Daniele Soldino, Salvo Titoni e Mimmo Todaro.

 

Pippo Pappalardo sulla mostra “Forme .Oltre la rappresentazione del reale”

pippopappalardoRiscontro l’avvenuta ricezione del file riassuntivo dell’eccellente Mostra fotografica presentata in quel di Trapani, Torre di Ligny.
Preliminarmente mi complimento per la qualità della proposta che, nonostante l’aspetto antologico, riesce a convergere, efficacemente, le personali ambizioni dei fotografi e la volontà del gruppo di  andare oltre il risultato speculare dello strumento privilegiato.L’aspetto dimostrativo delle capacità fotografiche maturate, da una parte, e la volontà di esplorare le risorse dello strumento alla ricerca di nuovi percorsi tematici, dall’altra, ben si congiungono con le parole formulate nella presentazione della mostra: concetti chiari, semplici, ai quali corrispondo immagini altrettanto chiare se non addirittura didascaliche.
La semplicità della proposta è il dato, a mio avviso, più interessante: propongo un esempio, il profilo geometrico delle collinette di sale marino dialoga con l’informe ed effimera consistenza del bianco delle nuvole in una corrispondenza, apparentemente, del tutto naturale ma, nella sostanza, assai ricca d’intriganti corrispondenze e allusioni. Un’immagine semplicissima che racchiude l’energia del mondo e le sue forme, visibili e invisibili, costanti ed effimere, reali ed apparenti
Questa benedetta “forma” di cui tanto parliamo, e da troppi secoli, soggiace invero a regole del tutto particolari: quelle della percezione (la famosa Gestalt), quelle della composizione, quelle del progetto, quelle del racconto, ed altre ancora.
La forma è essa stessa sostanza, talvolta scavalca la sua natura; eppure, in fotografia, assume dei caratteri peculiari: il tempo della forma ad esempio dipende dalla tecnica adoperata e dallo strumento adottato dalla nostra volontà; la misurazione della forma medesima dipende dalla focale adoperata; il cd. punto di vista ne sconvolge la naturale visione; sicché la rappresentazione dell’espressione fotografica , conseguente alle nostre impressioni, si risolve sempre in nuove forme, in nuove scoperte, in nuove relazioni.
Una foglia si rivela la mappa dell’evoluzione molecolare, un riflesso diventa lo sconvolgimento della geometria euclidea, un’ombra scopre il perturbante entro la nostra psiche, la materialità del suolo ti racconta la vita.
Credo che proprio in questo sia racchiuso il valore della presente proposta: niente d’informale, solo il desiderio di astrattizzare la materia senza perdere mai la sua riconoscibilità e il richiamo concreto col figurativo.
L’oltre la forma qui si risolve in una forma nuova, che è appunto il risultato di una scoperta, di un nuovo cammino. “Adelante, quindi, sed cum iudicio!”

Perché dico questo? Perché non vorrei che la scoperta di una nuova realtà, ci facesse dimenticare da dove siamo partiti. La fotografia, come tanti altri strumenti tecnici, può essere adoperata per inventare cose nuove ma, dapprima. fu voluta, e per secoli  cercata, come strumento capace di fermare l’immagine e conservarla. La sua capacità di essere documento, testimonianza, racconto, memoria (e, in ogni caso, senso) rimane la sua caratteristica peculiare (a mio avviso). E’ essa stessa la forma tangibile del tempo e di tant’altro.
L’eccessiva attenzione, fine a se stessa, dell’aspetto formale dell’ob iectum, cioè di quanto sta davanti all’obiettivo, potrebbe farci trascurare l’attenzione per la radice delle cose e, quindi,  lasciarle morire.

Non è il caso vostro: poiché, qui, il gesto fotografico è ancora rivolto a cose concrete come la natura reale, il territorio, le case dell’uomo, la luce, le ombre, le linee e i colori.
Non è il caso vostro poiché in questa ricerca vi siete proposti come gruppo e il gruppo sa come frenare le deviazioni tangenziali.
Non è il caso vostro perché siete di Trapani, in altre parole una terra e una comunità che vuol vedere “oltre” per scoprire quanto di buono occorra salvare.
Grazie, allora, per avermi coinvolto.
Spero di poter “riconoscere” il sodalizio personalmente e al più presto, e riprendere il nostro dialogo.

Congratulazioni

Pippo Pappalardo